Lo strano caso della serie sci-fi Netflix costata 55 milioni di dollari e mai realizzata

Lo strano caso della serie sci-fi Netflix costata 55 milioni di dollari e mai realizzata

Lo strano caso della serie sci-fi Netflix costata 55 milioni di dollari e mai realizzata


Nell’epoca dello streaming globale non stupisce che molte serie tv vengano ordinate e poi abbandonate nel vuoto, o addirittura completate e poi neanche pubblicate. Dopo un picco di produttività e di cash flow, le grandi società di produzione mondiali devono ripensare le loro strategie (ergo: stringere i cordoni della borsa). Niente però è più eclatante, in questo scenario, del caso che ha riguardato Netflix e la serie fantascientifica del regista Carl Erik Rinsch: come riporta il New York Times in questi giorni, questa produzione è costata 55 milioni di dollari ma non ne è mai stato realizzato nemmeno un episodio. Dopo un cortometraggio d’esordio molto acclamato nel 2010, Rinsch fu individuato come papabile regista di un sequel di Alien, ma poi gli fu affidato 47 Ronin, action fantasy con Keanu Reeves uscito nel 2013, risultato però un flop al botteghino.

Nonostante ciò, nelle consuete giravolte di Hollywood, a Rinsch fu data nuova fiducia quando iniziò a far girare il pitch di una serie fantascientifica che aveva sviluppato con l’allora moglie, la modella e designer uruguaiana Gabriela Rosés Bentancor: si trattava appunto di una storia epica su un geniale scienziato che riesce a mettere a punto una specie di androidi chiamati O.I. (Organic Intelligent) che vengono spediti nelle aree del mondo in crisi salvo riscuotere poi la diffidenza degli esseri umani, che si rivoltano contro di loro. Inizialmente intitolato White Horse (come quello del primo cavaliere dell’Apocalisse, che rappresenta la conquista o la guerra), il progetto fu al centro di un’agguerrita competizione tra piattaforme e, dopo un primo accordo informale con Amazon, finì invece nel 2018 nelle mani di Netflix, che lo reintitolò Conquest e assicurò a Rinsch condizioni piuttosto inedite, come l’ultima parola sul final cut e un impegno a vita su possibili sequel e spin-off.

Il disastro

A quanto pare la fiducia della società di Los Gatos non poteva essere peggio riposta: nonostante un budget monstre di 55 milioni di dollari (e un precedente aiuto finanziario dello stesso Reeves, nel frattempo diventato amico di Rinsch), il progetto si è rivelato un fiasco tremendo, fin da subito mancando ogni obiettivo produttivo. Fin dai primi tempi delle riprese, come ricostruisce sempre il New York Times, il comportamento di Rinsch si sarebbe fatto sempre più incontrollabile: una sessione di riprese in Kenya sarebbe durata oltre 24 ore filate, durante lo shooting in Romania, invece, un’attrice avrebbe rischiato l’ipotermia e sarebbe finita in ospedale dopo essere stata per ore immersa nella neve. Sempre a Bucarest il regista ormai insonne accusava la moglie – che nel frattempo ha chiesto il divorzio – di tramare per farlo assassinare, e lei stessa racconta di scatti d’ira e pugni contro le pareti.

Scoppiata la pandemia di Covid-19, Rinsch avrebbe iniziato a far circolare notizie paranoiche, fino ad asserire di aver compreso l’esatto meccanismo di trasmissione del virus oltre a sostenere di poter predire l’arrivo di fulmini e saette. Nel frattempo, secondo le testimonianze, i soldi venivano bruciati sempre più velocemente e alcuni report li vogliono spesi in azioni finanziarie volatali, criptovalute e anche in cinque Rolls-Royce, mobili di pregio e abiti firmati. Rinsch nega questi addebiti e sostiene che la maggior parte delle spese riguardavano oggetti di scena per realizzare la serie. Nel frattempo di Conquest non si è visto nemmeno un episodio. Ora Netflix e il regista sono impelagati in un’acrimoniosa battaglia legale, iniziata tra l’altro dallo stesso Rinsch che accusa la società di aver contravvenuto al suo contratto e di dovergli 14 milioni di dollari (Los Gatos, al contrario, parla di un tentativo di estorsione). Il verdetto dovrebbe arrivare a giorni, mentre questa serie sci-fi rimarrà per sempre come una cattedrale nel deserto delle serie tv mai realizzate.



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di Paolo Armelli www.wired.it 2023-11-27 11:00:00 ,

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